Tradizioni

IL MITO E LE TRADIZIONI
Esiste un qualcosa di affascinante, di ammaliante che ti coinvolge a livello intellettivo, ma soprattutto umorale, sensuale quando entri a contatto del corallo. Più lo conosci, più lo apprezzi, più questo misterioso potere ti avvolge, ti ghermisce, ti fa suo. E’ quello che gli antichi chiamavano fascinatio e che certamente il corallo esercita.

Abbiamo parlato della sua nascita misteriosa ed ambigua. Se lo ammiri, nel suo rosso purpureo, veramente ti sembra di vedere in esso il sangue della Gorgone. E come non ricordare che il corallo, nell’escatologia cristiana, associato alla figura del Cristo, simboleggerà il sangue della Passione e della Resurrezione? Chi di voi non ha visto o non ricorda gli innumerevoli dipinti di scuola italiana, fiamminga o tedesca che ritraggono il Cristo bambino tra le braccia della Madonna, con al collo la collana di corallo con un rametto pendulo?

Se andiamo indietro nel tempo e guardiamo agli usi ed ai costumi di ogni popolo, in tanti di questi usi, in tanti di questi costumi e tradizioni noi troveremo il corallo. Pensate che – a partire dagli alchimisti Alessandrini per finire agli Arabi – tanti e tanti popoli hanno riconosciuto nel corallo formidabili virtù medicinali. Guarisce, mescolato opportunamente ad altri elementi, malattie della testa, quali cefalea e pazzia; del sangue, bloccando le emorragie; dello stomaco, del cuore, del fegato; evita gli aborti e cura l’impotenza; cancella le cicatrici; allontana la lebbra, il cancro, l’erpes e tutte le ulcerazioni. Come non ricordare Zarathustra, che ne magnifica le virtù apotropaiche (dal greco Apo trepo = Allontano da) e Dioscoride, medico ateniese del primo secolo d.C. che vanta le virtù curative del corallo, ed ancora Plinio il Vecchio il quale nella Naturalis Historia parla del corallo come cicatrizzante?

Ecco perciò che, fin dall’antichità, un pezzetto di corallo portato sulla persona era considerato scacciaguai. E chi più ne ha, più ne metta! Ancora oggi noi vendiamo in India gli scarti della nostra lavorazione che – sappiamo – vengono usati per confezionare dei prodotti medicinali, soprattutto afrodisiaci. Chi scrive non ha mai avuto occasione di verificarne personalmente l’efficacia, ma amici indiani degni di fede lo ritengono portentoso!

La gente comune, intanto, si accontenta di usare il corallo come protezione contro il malocchio, forte dell’adagio “Non è vero, ma ci credo!”. Al collo delle belle signore sottintende desideri inconfessabili, a perpetuare la credenza che lo vuole simbolo di fertilità. Non possiamo dimenticare il suo impiego – dall’antichità sino ad oggi – negli amuleti e nella magia sexualis. E come non pensare al cornetto di corallo, che altro non è che la deviazione, castigata, dell’amuleto per eccellenza: il fallo di corallo. Il famoso cornetto di corallo: regalatelo pure, senza ritegno! Chiunque, anche la persona più refrattaria, sotto sotto sarà lieta del dono che le viene fatto!

Per restare in Italia, pensiamo ai tanti costumi regionali, Campania, Abruzzo, Alto Adige, Lazio, Sicilia, Sardegna ecc. che fanno largo uso del corallo. Le balie ciociare ricevevano in dono, per aver allattato un pupo, un bel vezzo di corallo, per lo più sfaccettato secondo tradizione, completo di finimenti, vale a dire orecchini ed anello abbinati. Ma corallo vi è ancora nei costumi olandesi, ungheresi, russi. Corallo è presente massicciamente nei costumi e nella gioielleria spagnola, meglio dire Andalusa. Un discorso a parte merita il fenomeno della Nigeria, meglio dire del Benin, dove il corallo, lavorato a cilindri, di tutte le misure, da pochi millimetri a tanti centimetri, fa parte, da secoli, dei costumi tradizionali che re e dignitari indossano durante le cerimonie ufficiali. Più corallo si ha indosso e più si è importante, secondo la cultura nigeriana.

Richiesto di una consulenza da alcuni studiosi dell’Unesco che lavorano alla ricerca di nuove testimonianze circa la famosa “Via della seta“, chi scrive si è trovato di fronte a qualcosa di straordinario: gioielli e manufatti realizzati 800/900 anni fa dalle popolazioni che vivevano lungo la via della seta. Questi gioielli erano arricchiti da corallo del Mediterraneo!

Negli Stati Uniti, gli Indiani d’America hanno conferito al corallo lo stesso status e la stessa importanza che ha la turchese che essi per tradizione estraggono dalle loro miniere e lavorano, creando una serie di splendidi monili in argento e pietre. Eppure essi non hanno corallo, in America…

E si potrebbe andare avanti, con esempi altrettanto significativi. Resterebbero notizie di folklore, tradizioni, credenze. Invece veniamo ad oggi, o meglio, a domani. Facciamo parlare gli scienziati. E’ di pochi giorni la notizia che, se confermata, sarebbe una vera e propria bomba: scienziati australiani, a Sydney, stanno sperimentando sostanze chimiche estratte da coralli per combattere tumori ed Aids. Si tratta ancora di esperimenti, ma quello che è certo è che sostanze estratte da coralli si sono dimostrate in grado di prevenire la formazione di tumori ed uccidere cellule di melanoma. In altri tests sempre condotti dall’Australian Institute of Marine Science, tessuti trattati con agenti cancerogeni, in presenza di un estratto di corallo, non hanno formato i tumori previsti. Un’altra sostanza derivata da spugne dalle barriere coralline si è dimostrata attiva contro il virus HIV.